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Tra videogiochi e patrimonio culturale

International Game Camp 2017: l’industria dei videogame si unisce all’universo dei beni culturali

  • 31 Ottobre 2017

Secondo il rapporto 2016 sullo stato dell’industria dei videogiochi in Italia, pubblicato da AESVI, il fatturato annuo di questo settore ammonta a oltre 1 miliardo di euro, inoltre, il Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) gli riconosce dal 2016 un valore culturale.

Il mercato dei videogames, oltre ad essere in continua evoluzione e fortemente attrattivo soprattutto per il pubblico millennials, è capace di appassionare oltre 25 milioni di videogiocatori sopra i 14 anni (poco più del 50% dei cittadini italiani). Il popolo dei gamers inoltre coincide per tipologia con il genere di pubblico che i musei italiani vorrebbero attrarre.

Per questo motivo Streamcolors, studio d’arte digitale e sviluppo software realtime per i musei, e Bookrepublic, agenzia di comunicazione e produzione di eventi culturali, grazie al sostegno del bando iC-Innovazione Culturale di Fondazione Cariplo, hanno attivato una collaborazione internazionale con il George Brown College di Toronto, l’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano, il Politecnico di Milano, l’Italian Videogame Program (IVIPRO) e l’AESVI, dando vita all’International Game Camp 2017 (IGC), un evento di alta formazione e di incontro cooperativo tra due mondi che sin ora sono sempre stati considerati antipodi: l’industry dei videogiochi e il mondo dei beni culturali.

L’IGC 2017 ha come obiettivo quello di creare nuovi scenari comuni, in cui game developers internazionali ed esperti del settore culturale sono stati messi in stretto contatto professionale durante una maratona di 48 ore, che si è svolta tra il 13 e il 15 ottobre 2017 in contemporanea a Milano e a Toronto.
All’evento sono stati ospitati professionisti del calibro di Linda Volkers, responsabile marketing del RijksMuseum di Amsterdam, Rick Gush, game designer e scrittore, Billy Matjiunis, Lead Artist presso Ubisoft di Toronto, Michael Surya, game designer presso Ubisoft Toronto, Paul Leli, concept artist in Ubisoft Toronto; e hanno collaborato oltre 30 musei italiani, tra cui i Musei Civici di Milano, Il Museo della Scienza Leonardo Da Vinci, la Pinacoteca di Brera e il MART.

Gli 11 gruppi di lavoro, composti da game designer e studenti di ogni nazionalità, hanno restituito al termine dei 3 giorni di formazione un mini trailer di 1 minuto che spiegasse il concept e le meccaniche di gioco della loro idea di gamification museale. Queste opere creative saranno poi condivise con i musei partecipanti, che a loro volta esprimeranno un giudizio e forniranno un feedback agli stessi gruppi di lavoro. In questo modo verrà aperto un vero e proprio dialogo con le istituzioni culturali, ponendo l’IGC come la prima vera spinta in italiana per migliorare la fruizione del patrimonio e dell’eredità culturale dei nostri territori attraverso il sostegno dei musei nazionali.