Intervista a Ilario De Biase, fondatore di ILoveGuido, community e servizio di tour sharing che mette in connessione guide qualificate e appassionati viaggiatori
"Pensiamo che l’innovazione nel settore turistico culturale sia innanzitutto rigenerazione sociale e che quindi l’innovazione più grande sia quella fatta sulle relazioni."
- 10 Marzo 2017
ILoveGuido è un servizio di tour sharing nato per mettere in connessione visitatori e guide qualificate. Ci racconti come funziona?
In un’epoca ipertecnologica di guide turistiche multimediali e di chatbot come assistenti, Guido nasce per rendere più semplice, accessibile e conviviale l’esperienza di un tour guidato attraverso, invece, una mediazione umana. Se sei un visitatore (esploratore), attraverso il nostro servizio online www.iloveguido.it, puoi scegliere il tour che più ti piace secondo i tuoi interessi e il tempo a disposizione. Puoi creare un gruppo o aggiungerti a uno esistente. La conferma del tour e la rivelazione del luogo di ritrovo viene inviata per sms e per posta elettronica quando aderisce al tour il 5° partecipante. Da lì in poi il tour è da considerarsi confermato, e ogni adesione successiva viene confermata immediatamente. Più il numero dei partecipanti sale, più la tariffa del tour si abbasserà. Al momento dell’adesione chiediamo solo una preautorizzazione sulla carta di credito che ci garantisce per la tariffa massima che il partecipante potrà pagare, oltre ad avere anche un valore di prelazione per il tour scelto. All’appuntamento le guide Guido si riconoscono dallo sgargiante papillon. Sono loro a guidarti e a raccontarti il patrimonio che ti circonda. Il tour termina con un momento conviviale, chiamato Taverna, perché la cultura mette anche sete!
In quali città ha operato finora il vostro servizio?
Nel 2016 Guido ha portato più di 200 persone in giro per Parigi, Firenze e Milano, con il suo stile un po’ irriverente e solare. Abbiamo visitato insieme le collezioni ‘minori’ del Museo Bargello di Firenze, la street art e l’arte aborigena a Parigi, l’anfiteatro, l’arena civica, il museo archeologico, Sant’Ambrogio e il quartiere del Duomo a Milano. La scelta di queste città rientra in un quadro strategico preciso: testare il servizio in città d’arte con i più alti flussi turistici culturali d’Europa (Firenze e Parigi) e in smart city come Milano sensibili all’innovazione e ambiziose ora anche nel settore turistico. Seppur sia per vocazione un servizio replicabile facilmente in ogni città, Guido necessita dove presente di un ecosistema virtuoso in cui riuscire a far coesistere diversi attori: una rete che si costruisce però offline e che sia capace di sostenere in maniera autonoma Guido. È la nostra sfida più grande. L’obiettivo del 2017 è quello di consolidarci nelle città in cui ora operiamo per poi nel 2018 aprire in altre tre città.
Risale alla primavera dello scorso anno il debutto a Milano con un tour dedicato alla Milano olimpionica: com’è andata?
Esatto! Ci siamo misurati per la prima volta con il capoluogo lombardo e possiamo dirci soddisfatti. Eravamo una tribù di 23 persone in viaggio nel tempo dello sport ambrosiano tra gladiatori, aurighi, Napoleone e Meazza. Una storia raccontata da uno storico dell’arte fatta di eroismo, vittorie, amori proibiti e immortalità. Ne raccontiamo con maggior dettaglio anche qui: l’oradeltoursharing. Ma oltre all’aver raccolto la sfida organizzativa di questo debutto meneghino, la soddisfazione più grande è stata la grande eterogeneità dei partecipanti. Molti di loro erano, infatti, neofiti di attività culturali tout court. Una iniezione di fiducia per chi come noi vuole rendere il servizio di visita guidata un’esperienza più accessibile e conviviale rendendola appetibile anche a chi non l’aveva mai considerata prima.
Prima della meta conta il cammino… Quali sono i tesori più preziosi del cammino proposto da ILoveGuido?
Il nostro credo sul Patrimonio dell’umanità è disseminato di tesori e valori. La furbizia, perché condividere un tour guidato fa risparmiare; l’amicizia, perché la cultura è anche occasione per stare in compagnia; l’agonismo perché la cultura può essere un bellissimo sport per tutti; l’attrattività perché chi sa piace; lo spirito di avventura perché l’andar per luoghi è un’attività fatta di curiosità, discussioni ed esplorazione dell’ignoto, e infine la gola perché la cultura è il piatto preferito del bon vivant.
ILoveGuido è stata selezionata per la terza edizione del bando di Fondazione Cariplo dedicato all’innovazione culturale. Che cosa significa innovare oggi nel vostro settore?
Innovare nel settore turistico culturale significa cambiare le pratiche d’accesso ai beni culturali e trovare altri tipi di pubblico a cui somministrare un servizio. Nella maggioranza dei casi l’interpretazione di questo cambiamento è di tipo ‘autarchico’, ovvero produce nuovi strumenti per rendere autonoma l’esperienza dell’utente nell’esplorazione del patrimonio che visita. Ne sono un esempio tutte le app di viaggio multimediali o di pianificazione che stanno nascendo in questi anni. Nel nostro caso,invece, l’uso della tecnologia è funzionale alla semplificazione e democratizzazione di un’antica pratica culturale, quella di farsi guidare da una guida umana. Pensiamo, infatti, che l’innovazione sia innanzitutto rigenerazione sociale e che quindi l’innovazione più grande sia quella fatta sulle relazioni. Relazioni che nel nostro caso si generano per collaborare alla condivisione di una prestazione culturale. Si parla così di turismo collaborativo. In più, la nostra sfida è dimostrare che anche nel mondo del professionismo si può innovare. Vogliamo coinvolgere le guide abilitate d’Italia per reinventare la visita guidata secondo nuove modalità di erogazione e di percezione del servizio offerto.