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Innovazione Culturale

Intervista a Chiara Bramani, responsabile comunicazione e co-founder di Cascailmondo, l’impresa culturale che coinvolge bambini ospedalizzati nella creazione di fiabe musicali

"Il progetto intende stimolare quella curiositas, intesa come volontà di approfondimento, capace di portare effetti positivi apprezzabili. È stato ampiamente riscontrato quanto, a parità di malattie e trattamenti, un’attività di supporto laterale possa risultare benefica per il paziente."

  • 27 Aprile 2017

Cascailmondo è uno spettacolo dal vivo per bambini ospedalizzati: come nasce l’idea?

L’idea nasce da un progetto di Yuriko Mikami che da tempo pensava di realizzare una fiaba musicale. Il progetto ha visto la luce nel 2016 con la prima rappresentazione in un teatro di Milano che è stata capace di entusiasmare i numerosi bambini presenti, soprattutto per l’idea del “sogno”. L’esperienza di un membro del team come direttore di una delle orchestre appartenenti a “El Sistema” (organizzazione nata in Venezuela allo scopo salvare la vita ai bambini disagiati vittime della fame e delle violenze) ci ha suggerito di veicolare questo progetto a bambini ospedalizzati, impossibilitati quindi a essere presenti nei teatri. Il coinvolgimento in prima persona nella creazione della fiaba e la possibilità di vederla poi realizzata producono a nostro avviso – e ad avviso dei medici che abbiamo intervistato – effetti benefici per la salute dei bambini e dei loro familiari.

 

L’aspetto curativo dell’arte e il coinvolgimento diretto del pubblico sono al centro del vostro disegno: in che modo Cascailmondo può fungere da stimolo alla guarigione?

Il progetto intende stimolare quella “curiositas”, intesa come volontà di approfondimento, capace di portare effetti positivi apprezzabili. È stato ampiamente riscontrato quanto, a parità di malattie e trattamenti, un’attività di supporto laterale possa risultare benefica per il paziente. Renderlo coautore della fiaba, la stessa che poi vedrà rappresentata attraverso lo spettacolo dal vivo, facilita il suo processo di identificazione. Questo attiva la volontà di approfondimento, “solletica” di fatto la voglia di guarire per “fare parte” della fiaba ed esserne autore. L’attività proposta ravviva quell’animus pugnandi tanto importante nel rapportarsi con una malattia. La fiaba è inoltre veicolo di un forte stimolo allo sviluppo della creatività, all’approccio olistico e ai valori di multiculturalità.

 

Il progetto prevede diverse fasi, da quella di costruzione di una fiaba, alla sua successiva messa in scena, alla nascita di un’app. Per realizzarlo è necessaria una squadra capace di portare risorse e professionalità eterogenee: come è composto il vostro team?

Il team nasce da una storia di amicizia decennale e dalla condivisione di esperienze artistiche e culturali eterogenee. Musicisti, attori, esperti di marketing e finanza, grafici e sviluppatori sono le competenze presenti nel nostro gruppo.  

 

CascaILmondo

 

Dalla progettazione alla realtà: avete già preso i primi contatti con gli ospedali? Quali? Come hanno accolto il vostro progetto?

L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo ha supportato la nostra idea dall’inizio e ha partecipato in maniera significativa alla sua evoluzione dando opportune indicazioni. La commissione sanitaria ha accettato la fase di test che inizierà a breve.

 

Cascailmondo si è qualificata tra le prime 10 imprese del bando di innovazione Culturale di Fondazione Cariplo: quali sono gli elementi innovativi che danno forza alla vostra idea? 

Casca il mondo è un’interazione fisico-digitale per un progetto socialmente utile. Ci ha colpito molto la risposta di un medico a una nostra domanda: “devo fare il possibile per produrre il fattore x+1 che genera endorfine attraverso il meccanismo veicolante di positività, questo è terapeutico”. Le sue parole hanno consolidato il nostro pensiero e reso ancora più forte la volontà di sviluppare il progetto.