Dalla scuola al teatro, dal teatro alla città
"Spero che lo spettacolo sia significativo per tante persone. Vorrei che la gente si rendesse conto del grande potere che abbiamo, anche grazie alle idee e agli sforzi di Michele e di altri eroi che hanno combattuto per donarci la libertà… Nonostante questo significasse rinunciare alla propria." (Tamara G.)
- 29 Marzo 2017
Grazie al progetto LAIV, per l’anno scolastico 2016-2017, gli alunni del centro di formazione professionale Galdus di Milano hanno dato vita a uno spettacolo teatrale dedicato alla storia di Michele Tarantino, l’operaio gappista che lavorava nella sede attuale della loro scuola.
Come lo raccontano gli studenti?
Riesci a riassumere l’idea del vostro project work in una frase?
Rappresentare e fare conoscere la storia esemplare di Michele Tarantino, la cui lapide sorge all’ingresso della nostra scuola.
Da chi è nata l’iniziativa?
L’iniziativa è nata dall’esperienza dell’anno scorso di alcuni studenti di terza orafi che, coadiuvati dalla docente di lettere, hanno riscoperto e raccontato la storia di Michele Tarantino con l’aiuto di storici dell’ANPI e dell’archivio della memoria.
Ciò ha spinto noi ragazzi dell’attuale seconda orafi (siamo 22 studenti) a fare uno spettacolo in suo onore. Michele Tarantino era un operaio gappista che lavorava presso l’autoparco del Comune, nei cui locali sorge oggi la nostra scuola. Giunti al terzo anno di progetto Cariplo, abbiamo deciso di dedicare un lavoro teatrale al personaggio della nostra scuola che ci ha così colpiti e di usare il teatro per raccontare la sua storia ai nostri compagni, alle famiglie, ai cittadini interessati.
Ci racconti come si è svolto il progetto?
Il project work si è aperto con la lettura di documenti autografi di Michele Tarantino, messi a disposizione dall’ANPI, è proseguito con la stesura di un copione, per il quale abbiamo chiesto aiuto a una regista, e quindi con la suddivisione dei ruoli, assegnati insieme dai ragazzi e dalla regista rispettando le motivazioni e i desideri di ciascuno e le esigenze dello spettacolo. Costante il supporto dell’unico figlio ancora in vita Renato Tarantino, di Roberto Cenati, presidente provinciale dell’ANPI, di Mariateresa Gambone, presidente dell’ANPI vigentino e dei vari tesserati di zona, in particolare Umberto Valdata, che ha incontrato più volte noi ragazzi raccontandoci della vita nella Milano occupata, dei valori che animavano la Resistenza e sono entrati nella nostra Costituzione.
Quali sono gli aspetti più preziosi dell’esperienza che state facendo? Che cosa ha fatto accadere? Che cosa ha costruito?
Nel cortile della scuola Galdus c’è la targa di Michele Tarantino. Questo edificio prima era un deposito dell’ATM nel quale Michele lavorava. Il recupero della sua vicenda dà la possibilità a noi ragazzi, nonostante la giovane età, di raccontare un episodio realmente accaduto con degli scenari toccanti e molto forti, che ci aiutano a riflettere e comprendere meglio molti fatti dell’oggi. La conoscenza di membri dell’ANPI, storici dell’Archivio della Memoria e famigliari dei sopravvissuti ci ha fatto sviluppare le nostre capacità di ascolto e relazione.
Ora l’organizzazione della messa in scena, che dovrebbe essere intorno al 22 maggio nel teatro del circolo ARCI di via Bellezza a Milano, sta sfidando le nostre capacità organizzative.
Pensa al project work: ha trasformato qualcosa nella vita di tutti i giorni? Di tutte qual è la cosa più importante per il tuo futuro?
Uno dei grandi valori messi in risalto dal progetto è quello della libertà di espressione e della libertà personale che si fonda sul vivere il proprio tempo e partecipare attivamente, non come spettatori, a ciò che accade.
“Vorrei che le persone capissero, come è successo a me, il significato della storia di Michele. Spero che lo spettacolo venga bene e che molte persone si immedesimino in Tarantino, perché oggi in tanti tendono a ignorare ciò che non li riguarda personalmente e sopratutto a dimenticare. Vorrei anche che le persone conoscessero la storia di Tarantino e che diventasse un personaggio di grande ispirazione, come lo è stato per me. “Perché è stato un uomo molto coraggioso a tal punto da sacrificare la sua vita per la libertà non solo sua ma anche nostra”!
(Daniela G.)
“Vorrei che a maggio il nostro spettacolo su Michele Tarantino accendesse la curiosità di tanti nostri compagni su di lui e tanti eroi quotidiani che ignoriamo e che il figlio Renato fosse fiero del nostro lavoro e potesse attraverso di esso ritrovare un po’ di suo padre, che gli è stato strappato quando era solo un bambino. Vorrei che l’anno prossimo noi e altri studenti potessimo fare un altro laboratorio teatrale su un’altra storia bella come quella di Michele Tarantino! Speriamo che l’ANPI ci aiuti a trovare le risorse!”
(Davide C.)